Nord e Sud divisi dal salame brasiliano
Sui salami associati al Brasile si potrebbero pensare molte battute di spirito. Ma in questo caso la questione è più seria di una partita di calcio o delle curve delle donne sudamericane. La Macroregione del Nord, che in teoria non esiste, ha invece avuto il via libera per esportare salamelle e affini in Brasile. Ottima notizia per l’economia visto che si tratta di un Paese enorme e quindi con milioni di potenziali clienti. Triste l’Italia perché una volta ancora ci troviamo spezzati in due: ora il centronord ha un altro sbocco su una piazza importantissima, mentre il centrosud rimane ancorato a se stesso. Sicuro come la fame che questa situazione non aiuterà certo a normalizzare la nazione….
Nel pieno svolgimento dei mondiali di calcio, l’Italia segna un altro ottimo risultato: le Autorità brasiliane hanno comunicato l’approvazione del nuovo certificato sanitario per l’esportazione dall’Italia verso il Brasile di prodotti derivati dalle carni suine. E’ stato, infatti, pubblicato ieri il provvedimento con cui le Autorità locali hanno riconosciuto la regionalizzazione della malattia vescicolare e quindi autorizzato l’ingresso di prodotti di salumeria stagionati almeno 30 giorni (salami, pancette, coppe, ecc.)provenienti dalla “Macroregione del Nord”, che comprende Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Si tratta di una negoziazione in corso da molto tempo e che ha previsto specifici sopralluoghi delle Autorità brasiliane in Italia. “Sicuramente questa apertura arriva sull’onda del riconoscimento dell’anno scorso da parte degli Stati Uniti dell’indennità da malattia vescicolare del suino della Macroregione del Nord Italia. L’Associazione lavora senza sosta alla rimozione delle barriere non tariffarie che impediscono il pieno sviluppo delle esportazioni italiane di salumi nel mondo. E questa del Brasile è una buona notizia, che ci rincuora ma che non ci basta. Purtroppo l’impossibilità di esportare da tutte le Regioni italiane dipende dalla persistenza di alcune malattie veterinarie in alcune zone del nostro Paese. Non siamo più disposti a tollerare che questa situazione danneggi così fortemente le imprese nell’export” ha affermato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica